2.1 Vespa und 500

2.1 La Vespa e la 500

Auch verfügbar auf: Audible | Apple Podcasts

Werfen wir einen Blick auf die Zeit des wirtschaftlichen Aufschwungs in den 1950er und 1960er Jahren, in der Italien ikonische Gegenstände „Made in Italy“ schuf.

Die Vespa, die 1946 auf den Markt kam, war mit ihrem modernen Design und ihrer Zweckmäßigkeit ein internationaler Erfolg.

Im Jahr 1957 brachte Fiat die Nuova 500 auf den Markt, ein erschwingliches und stilvolles Auto, das zu einer Ikone der Freiheit wurde. Diese Objekte spiegeln den italienischen Einfallsreichtum und die Kreativität der Nachkriegszeit wider.

Nächste Episode

Script – La Vespa e la Cinquecento

Benvenuti a tutti in questa nuova serie di Italia 360° di Europass.

Nelle prossime puntate vorrei parlarvi di tutti quegli oggetti, prodotti, marchi che hanno creato il mito del made in Italy, un termine che evoca bellezza, qualità e originalità in tutto il mondo.

Per fare questo, voglio partire iniziando a parlare del secondo dopoguerra, la cosiddetta epoca del “miracolo economico” o del “boom economico” quando l’Italia, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, ha avuto una crescita economica esponenziale.

Finalmente, con la conclusione della seconda guerra mondiale, un nuovo benessere invade il Paese, ed è in questo clima di entusiasmo economico, ma anche sociale e culturale, che l’Italia ha creato oggetti e settori commerciali che sono diventati delle vere e proprie icone internazionali. Basta pensare alla moda e al design italiano, ma anche a prodotti famosissimi come la Nutella Ferrero, o a marchi commerciali come Fiat,  Barilla e Ferrari. Per non parlare di oggetti mitici come la Cinquecento e la Vespa. Tutte cose che si sono sviluppate durante gli anni del boom economico grazie alla fantasia, all’originalità e all’imprenditorialità degli italiani che volevano lasciarsi alle spalle la devastazione della guerra e volevano costruire un mondo migliore fatto di bellezza e bontà.

Nel secondo dopoguerra, l’Italia era un paese distrutto e povero. Il cinema neorealista è stato testimone e documento di questa realtà difficilissima. Guardando un film qualsiasi di quegli anni, si vede un’Italia distrutta, affamata, senza più infrastrutture, come ferrovie e strade. L’unico mezzo di trasporto che poteva essere utilizzato era la bicicletta: un oggetto preziosissimo nella vita quotidiana.

Basta, infatti, vedere il film premio Oscar “Ladri di biciclette”, di Vittorio De Sica, per capire l’importanza della bicicletta nell’Italia di quegli anni. Evidentemente la bici era un mezzo di trasporto indispensabile in un’Italia senza strade asfaltate, ma via via che si ricostruiscono vecchie e nuove vie comodamente praticabili, il sogno di ogni italiano è quello di avere un mezzo di trasporto a motore: una moto o un’automobile.

L’idea della velocità di un mezzo di trasporto a motore era anche la metafora della velocità verso un futuro migliore, al quale tutti gli italiani aspiravano fiduciosamente. Ma la situazione economica non permetteva il possesso di nessun mezzo a motore per la stragrande parte degli italiani, ma soprattutto, l’industria, devastata dalla guerra, non aveva più le potenzialità di produrre dei mezzi di trasporto moderni e affidabili.

Ma la forza di volontà e l’ingegno non mancarono agli italiani del dopoguerra, e infatti, già nel 1946, l’azienda Piaggio deposita il brevetto di un motoscooter di facile produzione, dalle linee moderne e accattivanti, e dal prezzo di vendita economico, in modo da poter avere la maggior diffusione possibile. La Piaggio era una fabbrica che produceva aerei e mezzi militari, marini e terrestri, una fabbrica strategica durante la guerra, ma che con la pace aveva bisogno di riconvertirsi ad una produzione civile. Era però un’azienda con un grande know-how ingegneristico di prima qualità. e per gli ingegneri di questa grande azienda progettare e realizzare un nuovo mezzo di trasporto fu piuttosto facile. Infatti, dopo aver brevettato il modello nel 1946, nello stesso anno nasce la produzione della mitica Vespa il motoscooter più famoso del mondo.

Il nome Vespa, usato in tutto il mondo come sinonimo di piccola moto, secondo la leggenda è stato dato proprio dal proprietario della fabbrica Enrico Piaggio che, quando vede il prototipo della piccola moto esclama: “sembra una vespa!”

Per chi non lo sapesse, la vespa è quell’insetto giallo e nero, wasp in inglese, che, effettivamente, assomiglia ai primi modelli della moto vespa.

La particolarità del progetto era che la carrozzeria era autoportante, che non aveva bisogno del telaio e la ruota di trazione era direttamente connessa al cambio. Queste soluzioni rendono la moto molto più facile da produrre e più economica. Ma l’idea geniale che la farà amare dal grande pubblico sarà che il motore è completamente ricoperto e nascosto dalla carrozzeria. Questo eviterà uno dei tipici problemi delle moto di quegli anni, ovvero, che il motore sporcava i motociclisti. Poter usare una moto senza sporcarsi sarà apprezzatissimo da tutti, soprattutto dalle donne, che potevano andare in moto anche con la gonna, senza rischi, perché si potevano sedere con i piedi poggiati sulla pedanina, come su una normale sedia, e con la carenatura che proteggeva dal vento. Grazie a queste innovazioni, il successo è assicurato!

Il prezzo iniziale era di 55.000 lire per il modello base e di 61.000 lire per quello “di lusso”, non era proprio economicissimo se si pensa che gli stipendi erano intorno alle 12.000 lire al mese in quegli anni. Ma la possibilità di pagare a rate e soprattutto la voglia di possedere questo simbolo di rinascita e di riscatto sociale farà salire le vendite in maniera incredibile.

Già nel 1956, la Piaggio aveva prodotto un milione di Vespa e in tutto il modo si producevano Vespa su licenza della Piaggio. Un successo internazionale, forse il primo vero successo internazionale del made in Italy.

Di questo piccolo miracolo, ne parlano in tutto il mondo. Anche un giornale come il Times, ne parla come di un prodotto veramente italiano, come le bighe dell’antica Roma.

La consacrazione mondiale della Vespa avviene nel 1953, quando i mitici divi del cinema hollywoodiano Gregory Peck e Audrey Hepburn girano a Roma il film “Vacanze romane”, dove c’è una famosissima e divertentissima scena dove i protagonisti girano per Roma su una Vespa facendo danni per tutta la città. Se non avete visto questo film, vi consiglio di vedere almeno questa scena su YouTube: è veramente un classico della commedia americana degli anni Cinquanta.

Naturalmente, dopo questo successo, nascono le inevitabili imitazioni, la più famosa delle quali è la Lambretta, il principale motoscooter concorrente della Vespa. La Lambretta è stata prodotta fino al 1972, con un discreto successo, ma la Vespa è ancora oggi una dei moto scooter più di successo e dei venduti al mondo. Pensate che ormai, nello stabilimento toscano di Pontedera, vicino a Pisa, dove da sempre nasce la Vespa, sono state prodotte sedici milioni di esemplari.

Il successo di questa piccola moto è stato anche quello di essersi sempre aggiornato negli anni, sia nella meccanica, che nello stile, senza mai dimenticare la sua linea originale. Oggi ci sono tantissime versioni della Vespa compresi modelli elettrici. Dopo quasi ottant’anni, la Vespa è ancora un oggetto dei desideri per molte persone, un vero mito del made in Italy.

Come ho già detto, con gli anni Cinquanta, l’economia cresce enormemente, il benessere è sempre più diffuso in Italia, l’uso dei mezzi di trasporto a motore sempre più popolare. È arrivato dunque il momento di costruire una grande autostrada che colleghi il nord ed il sud della penisola. Così, nel 1956, vengono iniziati i lavori di quella che sarà la più importante infrastruttura italiana di quegli anni: l’autostrada del Sole, la mitica A1, che collegherà Milano a Napoli, attraverso quasi 800 chilometri di asfalto. Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, le più grandi città italiane sono connesse tra loro con una strada che all’epoca sarà all’avanguardia ingegneristica. Pensate che solo il tratto Bologna-Firenze ha più di 40 ponti e decine di gallerie. Una strada che è ancora oggi la spina dorsale delle comunicazioni in Italia. Dunque, non è un caso che, l’anno successivo, nel 1957, la più importante fabbrica di auto italiana, la torinese FIAT, presenti quello che è stato uno dei suoi modelli di maggiore gradimento, un’auto iconica che ha fatto la storia della motorizzazione in Italia e non solo: la Nuova Fiat 500!

La 500 è una cosiddetta „superutilitaria“, ovvero una macchina piccola di dimensioni e di cilindrata, adatta soprattutto ad un uso urbano. Ma la Fiat 500 è stata più di una utilitaria. È stata la macchina che ha motorizzato gli italiani, che ha permesso ai meno ricchi di avere un’auto con la quale spostarsi per tutto il paese. Ha messo in comunicazione persone e luoghi che prima erano stati isolati da tutto, è stata la macchina che ha motorizzato le donne e i giovani. Un’auto comprata dagli operai, ma amata anche dai ricchi, perché è sempre stata un’auto dalla grande personalità, nonostante le sue dimensioni che oggi ci sembrano incredibilmente piccole.

Come per la Vespa, quello della 500 è un progetto innovativo, dove l’obiettivo principale era quello di avere una macchina semplice, funzionale, affidabile dai bassi costi di manutenzione e facilmente realizzabile, per abbassare il più possibile i costi di produzione e favorire la vendita. La 500 raggiunge in pieno in questi obiettivi, ma aggiunge qualcosa che va oltre la tecnica ed il prezzo: uno stile, una linea, una forma originale ed accattivante che la rende subito un oggetto desiderato da tutti, un’icona di design italiano riconosciuto nel mondo.

Uno dei motivi del successo della 500 era anche il fatto di avere il tetto apribile, che di fatto la rendeva una specie di piccola cabriolet che dava ancora di più il senso di libertà. Ancora oggi, quando vediamo una 500, proviamo subito un senso di simpatia e ci viene da sorridere. E’ un’auto che fa allegria, che dà leggerezza e voglia di spensieratezza, è il giocattolo che tutti vorremmo per sentirsi liberi. Forse, è stato proprio questo fattore psicologico ed emozionale che ha reso la Fiat 500 così popolare per decenni. Infatti, la Fiat 500 è stata prodotta per venti anni, dal 1957 al 1977, ed è stata una delle auto più vendute in Italia e non solo: con quasi cinque milioni e mezzo di auto vendute, rimane uno dei best seller della Fiat.

Naturalmente, con il successo nascono delle nuove versioni, come la 500 giardinetta, una specie di station wagon usata soprattutto da chi aveva bisogno di un mezzo per il lavoro, oltre a varie versioni special più accessoriate, o allestimenti sportivi che partecipano anche a delle competizioni di rally.

In quegli anni, come al solito, nascono modelli che cercano di imitare la Fiat 500, come la celebre Bianchina della industria Bianchi, un modello che si mette in concorrenza con la 500 per prezzo e spazi, ma che non otterrà mai il grande successo della macchina della Fiat.

Nel 1991, quattordici anni dopo la scomparsa dello storico modello, la Fiat ripropone la 500 con una carrozzeria e una motorizzazione completamente nuove. Un modello molto anonimo che non avrà molto successo e la cui produzione verrà interrotta dopo pochi anni.

Nel frattempo, in Italia e nel mondo, nascono tantissimi fan club della 500 che ogni anno si ritrovano in decine di raduni in tutta Italia e nel resto del mondo. Questo conferma che il mito della piccola utilitaria degli anni Cinquanta non è mai morto, anzi, gli appassionati sono sempre cresciuti negli anni.

In virtù di questo grande amore mai sopito, la Fiat programma la grande rinascita della 500 a partire dal 2007, quando propone un nuovissimo modello che si ispira nelle forme e nello stile direttamente alla 500 nata cinquanta anni prima. Le stesse linee curve, la stessa estetica, lo stesso design, ma in un’auto dalle proporzioni adeguate ai nostri tempi, con soluzioni tecniche moderne. Questo modello avrà un successo incredibile in Italia e all’estero, incluso negli Stati Uniti che tradizionalmente non hanno mai amato le auto della Fiat, che trovavano troppo poco americane. Ma l’aria simpatica e soprattutto molto trendy della 500 moderna ha appassionato anche oltreoceano.

Nonostante le numerose nuovissime 500 che sono state vendute, ancora oggi in Italia è possibile vedere le vecchie 500 degli anni Cinquanta viaggiare per le strade e ogni volta ti strappano un sorriso per le sue dimensioni e per il design ancora originale.

Vespa e 500: due modi innovativi di viaggiare italiano.

In questa puntata dedicata alla Vespa Piaggio e alla Fiat 500, abbiamo citato le bighe romane. Le bighe erano una sorta di mezzo di trasporto dotati di due ruote e trainati da una coppia di cavalli. Se i cavalli erano quattro era detta quadriga. Veniva usata dai romani, ma anche dai greci e dagli egizi, non era un vero e proprio mezzo di trasporto ma un cocchio da parata o da competizione.

Abbiamo visto che la vespa aveva una pedanina e una carenatura. Per pedanina si intende un supporto sul quale si possono poggiare i piedi. La carenatura è invece una parola che viene dal latino carina che era il guscio di una noce. La carenatura è dunque un guscio, un rivestimento, che ricopre il telaio di navi, aerei e motociclette con l’obiettivo di riparare, proteggere e rendere il mezzo aerodinamico, come appunto sulla Vespa Piaggio.

Vi ringrazio di avermi ascoltato e vi aspetto alla prossima puntata di Italia 360° di Europass.

A presto!

Zurück nach oben