2.6 Carosello

2.6 Carosello

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Carosello: la historia de la revolucionaria emisión publicitaria italiana.

A través de pequeños espectáculos cómicos y animación, Carosello ha marcado el boom económico de los años 50 y 60 en Italia, incluyendo célebres personajes del mundo del espectáculo y directores famosos.

Con su tarantella napolitana y su inconfundible estilo, Carosello ha cambiado la sociedad italiana, transformándola en una sociedad de consumo, pero concluyó su largo recorrido en el 1977, dejando un legado imborrable en la cultura del país.

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Script – Carosello

Benvenuti a una nuova puntata di Italia 360° di Europass. Oggi vi voglio portare alla scoperta di un mondo speciale, qualcosa di tipico dell’Italia di oltre 50 anni fa, che ha fatto la storia del costume italiano, ma che fuori dall’Italia pochi conoscono: si tratta di Carosello.

Molti di voi si domanderanno: che cos’è Carosello? Tra un attimo ve lo spiego, ma prima devo fare un passo indietro. Come al solito, partiamo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dalla ricostruzione dell’Italia post-bellica. Come vi ho raccontato più di una volta, gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso sono stati gli anni del boom economico italiano, quando l’economia cresceva a un ritmo incredibile. Insieme all’economia, cambiavano anche le abitudini degli italiani, che, più ricchi, si avvicinavano sempre di più ai modelli consumistici delle società capitaliste.

Come ben sappiamo, una delle basi del capitalismo è il mercato e la diffusione di beni materiali da produrre, vendere e comprare. Ma come si fa a stimolare il desiderio di acquistare per tenere attiva la produzione? Naturalmente, attraverso la pubblicità!

Ecco cosa era Carosello: un contenitore di pubblicità unico al mondo che la televisione nazionale, la RAI (Radiotelevisione Italiana), mise in onda a partire dal primo gennaio 1957, proprio all’apice del boom economico italiano. La RAI da tempo cercava una soluzione per vendere pubblicità e guadagnare soldi, ma voleva qualcosa di originale, che non fosse la semplice lettura di annunci pubblicitari come accadeva in radio. Cercava qualcosa di innovativo e divertente, capace di intrattenere il telespettatore senza infastidirlo, attraverso spettacolo e intrattenimento.

Il metodo ideato dalla RAI per proporre la pubblicità in televisione prevedeva brevi spettacolini, al termine dei quali arrivava la pubblicità vera e propria: un alternarsi di personaggi, storie e prodotti, una sorta di parata… insomma, un Carosello. In italiano, questa parola evoca il significato di torneo o parata di cavalieri con giochi, esercizi ed evoluzioni per divertire il pubblico.

Nacque così l’idea di creare dei siparietti comici e divertenti, che attirassero l’attenzione e, al termine dello sketch, presentassero il prodotto. L’obiettivo era intrattenere e divertire per coinvolgere psicologicamente ed emotivamente gli spettatori, predisponendoli ad accogliere il prodotto pubblicizzato.

Ma cosa si intende per piccoli spettacoli televisivi? Carosello era una vera e propria trasmissione che iniziava alle 20:50, dopo il notiziario quotidiano, e terminava intorno alle 21:00. Ogni episodio aveva una sigla iniziale e proponeva quattro o cinque pubblicità della durata di ben due minuti e mezzo ciascuna. Di questi, due minuti erano dedicati allo spettacolo, mentre nei trenta secondi finali veniva presentato il prodotto da reclamizzare. Una regola fondamentale era che la parte di spettacolo non avesse alcuna relazione con il prodotto pubblicizzato.

Con questo format, pubblicitari e agenzie si scatenarono nell’inventare una quantità incredibile di filmati di intrattenimento, creando vere e proprie storie con personaggi e vicende che cambiavano di puntata in puntata, come in una serie televisiva. Nascono così personaggi che attraversarono la cultura e la società italiana.

Per citarne qualcuno: l’infallibile ispettore Rock, interpretato dall’attore teatrale Cesare Polacco, che pubblicizzava la brillantina Linetti e in ogni puntata risolveva un caso poliziesco; l’uomo in ammollo, interpretato dal musicista jazz Franco Cerri, che pubblicizzava un detersivo immerso fino al collo in una vasca trasparente piena d’acqua; oppure Ernesto Calindri, che pubblicizzava il Cynar, un amaro a base di carciofo, recitando lo slogan “Contro il logorio della vita moderna”. Questa frase è entrata nell’uso quotidiano degli italiani e si usa ancora oggi.

Un altro slogan celebre è “Basta la parola”, ripetuto dall’attore Tino Scotti per pubblicizzare il Confetto Falqui, con piccoli sketch comici pieni di giochi di parole. Questi spettacoli, interpretati da personaggi famosi, ebbero un successo tale che tutti, dai grandi attori ai registi di fama internazionale, collaborarono

alla loro realizzazione. Federico Fellini, Sergio Leone, Pier Paolo Pasolini e Pupi Avati furono solo alcuni dei nomi coinvolti.

L’originalità di Carosello fu quella di essere un’invenzione tutta italiana che per 20 anni incollò alla televisione circa 20 milioni di persone ogni sera. Non c’era niente di simile al mondo, nemmeno negli Stati Uniti, patria del consumismo e della pubblicità.

Carosello stimolò non solo la creatività, ma l’intera industria pubblicitaria italiana. Nacquero agenzie pubblicitarie, case di produzione, studi di registrazione e sceneggiatori specializzati, che fecero dell’Italia un’avanguardia pubblicitaria in Europa tra gli anni ’50 e ’70.

Un contributo fondamentale al successo di Carosello fu dato dall’animazione, che raggiunse in quegli anni livelli straordinari. Molti spot erano realizzati con la tecnica dei cartoni animati, come il celebre Omino coi baffi della Bialetti, Calimero per i detersivi Mira Lanza e La Linea di Osvaldo Cavandoli per le pentole Lagostina.

Tra le tecniche usate, troviamo anche il passo uno, utilizzato ad esempio per Caballero e Carmencita della Lavazza, e la Claymation per il Fernet Branca. Carosello introdusse anche il concetto di merchandising legato ai personaggi pubblicitari, che trasformò il consumismo italiano in un fenomeno anche emotivo.

Tuttavia, negli anni ’70 il format iniziò a entrare in crisi, complice la nascita delle televisioni private e il cambiamento delle esigenze pubblicitarie. Il primo gennaio 1977, dopo 20 anni e circa 30.000 pubblicità-spettacolo, Carosello andò in onda per l’ultima volta, segnando la fine di un’epoca.

Grazie per avermi ascoltato e vi aspetto alla prossima puntata di Italia 360° di Europass.


Escrito y producto por Maurizio Faggi, profesor de italiano e historia del arte.

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