Disponibile anche su: Audible | Apple Podcasts
Il più antico festival cinematografico europeo, nato nel 1932 con l’appoggio del regime fascista, diventa una vetrina di mondanità e propaganda politica.
Con il passare degli anni, si evolve in un concorso internazionale, premiando registi e attori di fama mondiale.
Dagli anni ’60, si apre alla sperimentazione e agli innovativi registi, fino a subire influenze politiche e ideologiche negli anni ’70.
Script – Il Festival di Venezia
Benvenuti a una nuova puntata di Italia 360° di Europass.
Abbiamo già parlato dei tanti premi Oscar che sono stati vinti dal cinema italiano, il più alto numero dopo il cinema americano. Ma oggi vorrei parlarvi del più antico festival del cinema europeo e il più antico al mondo dopo quello dell’Academy Award di Los Angeles, la Mostra internazionale di arte cinematografica o più semplicemente Mostra del cinema di Venezia.
La Mostra del cinema di Venezia è, insieme al Festival del Cinema di Cannes e al Festival del Cinema di Berlino, il più importante festival cinematografico d’Europa. Il premio principale di Venezia è il Leone d’oro, ispirato direttamente al Leone di San Marco, simbolo della città.
Come vi ho già detto in un’altra puntata, la Mostra del cinema di Venezia nasce nel 1932. Siamo in piena epoca fascista e, infatti, il regime, che da sempre aveva favorito la produzione nazionale di film, appoggia favorevolmente la creazione di questo festival che avrebbe portato l’Italia all’attenzione internazionale e avrebbe dato al paese la possibilità di mettere in mostra la sua migliore produzione cinematografica.
Inoltre, poteva essere anche una vetrina per esporre film di propaganda politica. La mostra di Venezia era in un primo tempo realizzata ogni due anni perché faceva parte dell’organizzazione della Biennale D’arte di Venezia e come la Biennale D’arte veniva fatta ogni due anni. Non a caso il primo nome del festival era mostra di arte cinematografica, ma già dal 1935 il festival diventa annuale.
Da subito la mostra del cinema è un’occasione di mondanità di rilievo internazionale.
La bellezza e il prestigio di Venezia attirano moltissime star del cinema mondiale che utilizzano la città lagunare e la mostra per darsi una grande visibilità, soprattutto in Europa. Già alla prima edizione del 1932 erano presenti i maggiori divi internazionali dell’epoca come Greta Garbo, Care Gable, John Crawford e il grande Boris Karloff, passato alla storia per il suo ruolo del mostro nel primo Frankenstein.
Infatti, anche i titoli che partecipano erano film diventati dei classici del cinema, come “Frankenstein” con Boris Karlov, “Grand Hotel” con Greta Garbo, “A me libertà” di René Claire e “Gli uomini che mascalzoni” che portava sul grande schermo l’attore Vittorio De Sica, destinato a diventare una delle future icone assolute del cinema italiano, sia come attore che regista.
Se la mostra del cinema nasce solo come una sorta di esposizione cinematografica, già dalla seconda edizione del 1934 diventa un concorso dove si premiano il miglior regista, il miglior attore, il miglior film italiano e quello straniero. È il primo vero concorso cinematografico in Europa e il successo è subito evidente. Infatti, già nel 1934, i paesi concorrenti sono diciannove, con più di trecento giornalisti e quasi trentamila spettatori che partecipano alla rassegna.
La mostra del cinema diventa subito un luogo di mondanità. Tutto il festival e le proiezioni del film si svolgono all’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, una delle località più alla moda dell’Italia del tempo, in uno degli alberghi più lussuosi della città. Una location perfetta per accogliere il jet set internazionale che accorreva a Venezia durante la Mostra del cinema.
Naturalmente, insieme alla mondanità, nascevano i pettegolezzi, i gossip e gli scandali.
Il primo scandalo della mostra di cinema risale al 1934 quando l’attrice austriaca Hedy Lamarr appare nel film “Ecstasy” del cieco Gustav Machatý completamente nuda, scandalizzando la società italiana piuttosto perbenista, anche in virtù della politica conservatrice del fascismo.
La conferma della forte influenza del fascismo sulla mostra del cinema arriva con l’istituzione, sempre nel 1934, della Coppa Mussolini per il miglior film italiano e quello straniero. Questo premio era di fatto il più prestigioso del festival e veniva regolarmente assegnato a film italiani fortemente influenzati dalle ideologie fasciste e, nel caso di film stranieri, a quelli della Germania nazista, alleata dell’Italia.
La forte influenza ideologica e politica sulla scelta e sulla censura dei film internazionali che partecipavano alla Mostra del cinema fu la causa della nascita, nel 1939, del Festival del Cinema di Cannes. I cineasti francesi, stanchi di essere scartati troppo spesso dal concorso di Venezia per motivi ideologici, decisero di creare un festival proprio.
Nel 1936, nasce la prima giuria internazionale per giudicare i film in concorso, e arrivano a Venezia altri personaggi straordinari della storia del cinema, come i registi Frank Capra, John Ford, René Clair e Josef von Sternberg.
Nel 1937, viene inaugurato il Palazzo del Cinema, sempre al Lido di Venezia, costruito in stile modernista e realizzato rapidamente per dimostrare al mondo l’efficienza e la modernità del regime. Nel nuovo palazzo, arrivano attori come Jean Gabin, Marlene Dietrich e Matt Davis, quest’ultimo vincitore del premio come migliore attrice.
Nel 1938, la mostra è ricordata per le forti pressioni politiche e ideologiche che portano alla vittoria come miglior film straniero “Olympia” di Leni Riefenstahl e, per il cinema italiano, al film “Luciano Serra pilota”, entrambi espliciti film di propaganda nazifascista.
Nello stesso anno, anche il film di animazione “Biancaneve e i sette nani” di Walt Disney vince un premio importante. Tuttavia, da quell’anno gli Stati Uniti smettono di partecipare alla mostra del cinema, proprio in polemica con la politica ideologica che condizionava il festival.
Dal 1946, con la fine della guerra e la liberazione dell’Italia, la Mostra del Cinema rinasce con un nuovo slancio e una nuova visione del cinema. Non esiste più la Coppa Mussolini, ma nasce il Premio del Leone d’Oro, ispirato appunto al Leone di San Marco, simbolo della città di Venezia.
Sono anni di rinnovamento per il cinema italiano ed europeo. A caratterizzare questo nuovo percorso saranno i film del Neorealismo, uno dei momenti più significativi nella storia del cinema italiano, con pellicole come “Paisà” di Roberto Rossellini e “La terra trema” di Luchino Visconti.
Bisogna dire però che, nonostante il loro indiscusso valore e il grande successo di pubblico, le opere non ottengono il meritato riconoscimento della critica cinematografica, che in un primo momento non apprezzerà questo genere cinematografico.
Con il ritorno alla normalità, tornano a Venezia anche le grandi icone del cinema mondiale, come i registi internazionali Orson Welles, Laurence Olivier, Fritz Lang, John Huston, Jean Cocteau, Jean Renoir e Marcel Carné. Tra gli attori, spiccano la super Diva Rita Hayworth e Olivia de Havilland.
Un’altra grande protagonista del cinema italiano sarà l’attrice romana Anna Magnani, spesso premiata come migliore attrice per le sue straordinarie interpretazioni e che in Italia sarà una vera diva.
Con gli anni cinquanta, la Mostra del Cinema diventa una straordinaria vetrina del cinema internazionale, ma soprattutto italiano. Sugli schermi del Festival arrivano due tra i più grandi ed amati registi italiani del dopoguerra, Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, che vengono consacrati proprio dalla loro presenza al Lido.
Contemporaneamente ai grandi maestri, si affaccia una serie di giovani emergenti, promettenti volti nuovi di un panorama nazionale in grande ascesa, quantitativa e soprattutto qualitativa. Questo periodo darà vita al periodo forse più brillante del cinema italiano sul piano internazionale, grazie a giovani registi come Francesco Rosi, Ermanno Olmi, Mario Monicelli, oltre agli ormai celebri Luchino Visconti e Roberto Rossellini.
Gli anni cinquanta sono quelli in cui emergono i più famosi attori della storia del cinema italiano, che la Mostra del cinema di Venezia fa diventare dei veri divi: Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni.
Finalmente, a Venezia ritorna anche il cinema americano con i nuovi registi Elia Kazan, Billy Wilder, Robert Aldrich. Sono veramente la Golden Age, l’età dell’oro della Mostra del Cinema di Venezia e del cinema italiano.
Con gli anni sessanta, la Mostra del Cinema di Venezia si apre a film più sperimentali e a registi innovativi.
Ci sarà un grande interesse per il cinema orientale, come quello giapponese e indiano. Alcuni giovani registi italiani si affacciarono per la prima volta davanti al pubblico, come il discusso Pier Paolo Pasolini per i suoi film provocatori e sperimentali, Bernardo Bertolucci, Paolo e Vittorio Taviani, Marco Ferreri, Marco Bellotti, registi innovativi e a volte anche contestati, che diventeranno dei maestri del cinema italiano negli anni successivi.
Gli anni settanta, sull’onda della contestazione giovanile legata ai movimenti del ’68, stravolgono completamente la Mostra del Cinema di Venezia. Verrà abolita la competizione e quindi il relativo conferimento dei premi. Le dieci edizioni tra il 1969 e il 1979 furono dunque non competitive, in nome di una democratica uguaglianza che voleva abolire il concetto stesso di competizione, in nome di una paritetica possibilità di espressione da parte di tutti.
In questo periodo, la Mostra del cinema subisce una nuova politicizzazione verso ideologie comuniste. Non a caso, nel 1971 viene proiettato un film di propaganda della rivoluzione culturale cinese, il controverso “Il distaccamento femminile in rosso”, e si darà sempre più spazio al cinema dell’est europeo, quello del cosiddetto blocco comunista sovietico, sempre in un’ottica di dissenso culturale rispetto alla narrazione politica dominante in quel momento in Italia.
Ma dagli anni ottanta e con l’arrivo di Carlo Lizzani come direttore della rassegna, La Mostra del Cinema di Venezia ritorna ad essere un festival competitivo, aperto al cinema di ricerca sperimentale e culto, ma anche alle grandi produzioni internazionali come Indiana Jones, Guerre Stellari, E.T., Blade Runner. La Mostra di Venezia farà conoscere in Italia e nel mondo registi come il tedesco Rainer Werner Fassbinder, l’inglese Peter Greenaway e il provocatorio regista spagnolo Pedro Almodóvar.
Grande attenzione anche per Woody Allen e l’italiano Nanni Moretti, che diventerà una delle icone del cinema italiano degli anni successivi.
Con gli anni duemila, la Mostra del cinema di Venezia si globalizza ancora di più con film sempre più internazionali, grandi produzioni, ma anche film di nicchia. Tuttavia, forse si banalizza e si omologa agli altri festival del cinema mondiale. L’Oscar americano, la Palma d’oro del Festival di Cannes, l’Orso d’oro del Festival di Berlino e il Leone d’oro di Venezia sono premi famosi e riconosciuti in tutto il mondo, ma forse ad ognuno di loro manca un po’ di quel carattere esclusivo che li rendeva diversi l’uno dall’altro nel passato.
Il cinema più commerciale per gli Oscar, quello più trasgressivo per l’Orso d’oro, più sperimentale il Leone di Venezia, più intellettuale quello di Cannes. Oggi sembra difficile vedere una differenza fra i vari festival internazionali del cinema, ma anche questo è un segno dei tempi che il cinema non smette mai di registrare e di mostrare.
Vi ringrazio per essere stati con noi e con Italia 360° di Europass. Un caro saluto a tutti.