1.3 La Commedia
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La “commedia rosa” se convierte en popular con actores como Totò y Sophia Loren. Directores como Fellini y Antonioni desarrollan el cine de autor.
La “commedia all’italiana” ironiza sobre el comportamiento de los italianos y afronta temas sociales y políticos. Directores como Francesco Rosi denuncian injustícia y corrupción.
Script – La Commedia
Benvenuti a Italia 360°, il podcast di Europass. Oggi continuiamo il nostro viaggio nel cinema italiano. La scorsa puntata vi avevo lasciato alla fine della Seconda guerra mondiale, quando il cinema del Neorealismo aveva documentato il disastro della guerra. La resistenza politica e la miseria di un popolo distrutto fisicamente e moralmente.
Ma ben presto la gente vuole lasciarsi alle spalle le macerie materiali e psicologiche della guerra, vuole dimenticare i dolori e la morte, vuole distrarsi, vuole ridere e pensare ottimisticamente ad un futuro migliore. Così anche il cinema cambia rapidamente e propone film leggeri che facciano dimenticare il passato e mostrino un futuro nuovo, diverso, fatto di pace e di felicità.
In questi anni il cinema diventa divertimento e intrattenimento per tutti, ricchi e poveri, colti e analfabeti. Anche le sale cinematografiche si ampliano e si modernizzano con nuovi schermi, nuovi impianti audio e cercano di accontentare tutte le esigenze del pubblico, con i posti di galleria dotati di poltrone più confortevoli e a prezzi più cari per un pubblico disposto a pagare di più e la platea con posti un po’ più scomodi ma a prezzi popolari, mentre i film venivano replicati fino a quattro cinque volte al giorno.
Questo ci fa capire quanto il cinema era amato e come fosse un intrattenimento apprezzato da tutte le classi sociali. In questo clima di ottimismo e di speranza si sviluppa il cinema della commedia rosa, film ambientati in un’Italia ancora rurale e povera ma dove si sente la possibilità di un cambiamento verso il benessere e la tranquillità.
Queste commedie dai temi superficiali e divertenti, con storie di vita quotidiana e d’amore dall’inevitabile lieto fine, diventano un momento di serenità per il pubblico che affolla sempre di più le sale cinematografiche.
In questo clima di maggior benessere si sviluppa tutta una generazione di comici che venivano dal varietà teatrale e diventano i nuovi protagonisti di questa commedia cinematografica come Macario, Aldo Fabrizi o il mitico Totò, che insieme all’altro attore Peppino creano la più famosa coppia della comicità napoletana, oltre a tantissimi nuovi comici che faranno ridere e divertire gli italiani di ogni età e di ogni livello sociale.
Questi film hanno un successo popolare straordinario e molti di loro avranno dei sequel che dureranno anni, come la serie dei film sul prete Don Camillo e il sindaco Peppone, ambientato nella provincia padana, che ironizza e scherza sulla contrapposizione politica che c’era nell’Italia da allora tra il Partito della Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, oppure i sequel dei film «Poveri ma belli», che diventano un modello di ottimismo per le classi sociali più povere o la serie «Pane, amore e…», film che faranno conoscere al grande pubblico le giovanissime attrici che diventeranno icone del cinema italiano, Gina Lollobrigida e Sofia Loren.
Le due attrici venivano dai concorsi di bellezza di Miss Italia, che è un fenomeno sociale di enorme successo dell’Italia di allora per molte ragazze che cercavano di sfuggire alla povertà attraverso la propria bellezza, nella speranza di lavorare nel mondo del cinema, della televisione o della moda.
È da Miss Italia che escono moltissime attrici belle e famose come Lucia Bosé, Silvana Mangano e appunto Gina Lollobrigida ma soprattutto Sophia Loren. Sophia Loren diventa l’icona per eccellenza del cinema italiano ed è ancora oggi considerata l’ultima grande diva del nostro cinema.
Grazie alla sua straordinaria bellezza e alla sua bravura sia in film comici che in film drammatici, Sophia Loren avrà un successo incredibile in Italia e all’estero, tanto da vincere due premi Oscar e ricevere una stella con il suo nome sulla Hollywood Walk of Fame.
Ma la celebrità di Sophia Loren in Italia è legata soprattutto al fatto di aver recitato in coppia con uno dei più amati attori del cinema italiano, Marcello Mastroianni. Marcello Mastroianni è stato uno dei più popolari attori italiani, amato dal pubblico e dalla critica che ha recitato parti sia drammatiche che comiche, è stato l’attore preferito di Federico Fellini e con Sophia Loren ha creato una delle coppie artistiche più interessanti del cinema in Italia.
Sono stati la coppia iconica della cosiddetta Commedia all’italiana, un genere di commedia che si sviluppò tra gli anni Sessanta e settanta e che possiamo considerare un’evoluzione della commedia rosa degli anni Cinquanta.
Negli anni Sessanta il boom economico sta cambiando profondamente la società italiana che da paese povero e rurale diventa un paese industrializzato.
Questi grandi e veloci cambiamenti economici e sociali creano forti contraddizioni soprattutto tra la cultura tradizionalista e patriarcale del sud Italia e la ricca e moderna borghesia imprenditoriale del nord Italia.
La commedia all’italiana entra nella società contemporanea come faceva il Neorealismo, ma la descrive in maniera ironica e dissacrante, cercando il lato comico e grottesco del comportamento degli italiani.
Nella Commedia all’italiana si ritrovano tutti i pregi e soprattutto i difetti degli italiani che in essi si riconoscono e ne ridono, ma è una comicità spesso molto amara perché ironicamente rivela i limiti e le degenerazioni della nostra società e i lati negativi degli italiani.
Famosissimi in quegli anni i film di Pietro Germi, Ettore Scola, Mario Moricelli e gli attori Vittorio Gassman, Alberto Sordi e Ugo Tognazzi.
Negli stessi anni Cinquanta e sessanta si sviluppa anche un cinema completamente diverso dalla commedia, quello che sarà uno dei maggiori vanti del nostro paese, ovvero il cinema d’autore dei grandi registi: Luchino Visconti, Pierpaolo Pasolini, Michelangelo Antonioni, Roberto Rossellini, i fratelli Taviani, Franco Zeffirelli e soprattutto Federico Fellini.
Sono nomi conosciuti da tutti gli amanti del cinema in tutto il mondo. I loro film, spesso vincitori di molti Oscar, hanno fatto la storia del cinema mondiale del secolo scorso.
Il cinema di questi autori è un cinema colto, intelligente, con finalità non solo commerciali ma di espressione artistica, politica, culturale e poetica. In modo diverso, ognuno di questi registi sarà un maestro di stile e contenuti altissimi.
Antonioni è stato il primo regista che realizza film di ricerca psicologica e di critica alla società borghese. Dallo stile minimalista, il suo cinema esistenzialista farà scuola in Europa.
Visconti realizzerà grandiosi film storici e di ispirazione letteraria che niente avranno da invidiare alle grandi produzioni hollywoodiane.
Zeffirelli seguirà l’esempio di Visconti con film di grande respiro registico, ma anche di grande successo commerciale.
Pasolini farà invece un cinema di denuncia sociale, politicizzato attraverso film che mescolano sperimentalmente diversi generi e stili, sfidando anche la censura italiana del tempo e le critiche della Chiesa cattolica.
Ma il regista forse più famoso e celebrato è stato Federico Fellini. I suoi film sono assolutamente originali rispetto all’epoca e diventano negli anni sempre più visionari e surreali. Un cinema fatto di finzione e astrazione, perché il cinema non deve rappresentare la realtà, ma è, secondo il regista, una forma di arte realizzata dalla fantasia del suo creatore, sicuramente uno dei grandi geni del cinema mondiale.
Il boom economico e i suoi rapidi cambiamenti portano, come abbiamo detto, a grosse contraddizioni e a grandi ingiustizie sociali. Con l’industria crescente si forma una classe borghese ricca e spietata e una classe operaia spesso sfruttata.
In questo clima, i due principali partiti politici italiani, la democrazia cristiana e il partito comunista, si danno battaglia su molti temi, sia politici che economici, ma anche morali.
In questa situazione, tra gli anni Sessanta e Settanta, nasce il cinema di denuncia politica e sociale, un cinema impegnato che vuole mostrare le diseguaglianze sociali, i danni del potere politico, la complicità tra politica, mafia e corruzione, argomenti scottanti che questo tipo di cinema cerca di denunciare e portare alla pubblica opinione.
Nascono così film di grande successo e di grande impegno sociale e politico. I registi più famosi di questo genere sono Francesco Rosi, Elio Petri e Alberto Lattuada, che sfidano la censura e i poteri forti della politica per denunciare le ingiustizie della società del tempo.
Se volete vedere alcuni dei film di questo periodo, vi consiglio assolutamente di vedere:
Per la commedia rosa:
- «Pane, amore e fantasia» del 1953 con Gina Lollobrigida.
- Il suo sequel «Pane, amore e gelosia» con Sophia Loren.
- «Guardia e ladri» del 1951 con Totò e Aldo Fabrizi.
- «Poveri ma belli» del 1956.
- Film di Don Camillo e Peppone del 1951.
Per la Commedia all’italiana:
- «I soliti ignoti» del 1961 con Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman.
- «Divorzio all’italiana» del 1961.
- «I mostri» del 1961, un ritratto grottesco dell’Italia.
- «Matrimonio all’italiana» del 1964 con Marcello Mastroianni e Sophia Loren.
- «Sedotta e abbandonata» del 1964, un ritratto grottesco del sud Italia.
- «La ragazza con la pistola» con Monica Vitti.
- «Amici miei» di Monicelli, considerato il capolavoro ultimo della Commedia all’italiana, un film girato a Firenze che mescola risate e un profondo senso di tristezza.
Per il cinema d’autore:
- «La notte» di Antonioni del 1961.
- «Gattopardo» di Visconti del 1963, con Burt Lancaster, tratto dal libro di Tomasi di Lampedusa.
Questi film rappresentano opere significative di diversi generi cinematografici durante l’epoca della commedia all’italiana e del cinema d’autore in Italia.
Se siete forti psicologicamente, potete vedere:
- «Salò o le 120 giornate di Sodoma» di Pier Paolo Pasolini del 1975, un film censurato all’epoca per i suoi temi violenti e di denuncia della violenza.
Per quanto riguarda i film di Federico Fellini, a voi la scelta:
- «La dolce vita» (1960): Un film iconico che ha dato origine a un’espressione conosciuta da tutti: “Tuttavia, è più malinconico che ‘dolce’.”
- «8½» (1963): Il film più premiato di Fellini, un lavoro autobiografico.
- «Casanova» (1976): Un’opzione per comprendere il cinema visionario e surreale di Federico Fellini.
Per il cinema impegnato di denuncia sociale, assolutamente da vedere:
- «Le mani sulla città» (1963) di Francesco Rosi: Un film magistrale sul potere e sulla corruzione politica dell’Italia del boom economico.
Vi ringrazio di essere stati con me e vi aspetto al prossimo podcast.