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Dal cinema muto al neorealismo: vi porteremo alla scoperta del cinema italiano, una delle più celebri cinematografie al mondo.
Dagli esordi con cortometraggi francesi in Italia nel 1896, fino al trionfo del neorealismo dopo la seconda guerra mondiale, il cinema italiano ha affrontato momenti di gloria e crisi, lasciando un segno indelebile nella storia dell’arte cinematografica.
Script – Le origini del cinema
Benvenuti a Italia 360°, il podcast di Europass. Oggi inizieremo a parlare di cinema italiano, una delle più famose e prestigiose cinematografie del mondo, grazie a generi cinematografici, attori e registi che sono un patrimonio della cinematografia mondiale. Basti pensare al genere neorealismo o a registi come Visconti, Fellini o l’attuale Paolo Sorrentino, ad attori come Sophia Loren e Roberto Benigni, o al famosissimo compositore di colonne sonore per film Ennio Morricone, oltre alle decine di Oscar che il cinema italiano ha vinto in ogni categoria. Perché il cinema italiano non è solo attori e registi, ma anche scenografi, costumisti, direttori della fotografia, montatori, tecnici di ripresa e tutta un’enorme quantità di professionisti che hanno contribuito a rendere il cinema quella meraviglia che ancora oggi chiamiamo la settima arte.
Oggi vi parlerò delle origini del cinema in Italia, che si sviluppa davvero molto precocemente. Come sapete, il cinema nasce in Francia, ufficialmente nel 1895, grazie all’invenzione dei fratelli Lumière, che iniziano una produzione sperimentale di film che proiettano gli spazi itineranti nelle città francesi. I primi film sono dei cosiddetti cortometraggi, ovvero film molto brevi di circa dieci minuti ma che incontrano subito l’interesse e la curiosità del pubblico della bella Epoque, sempre a caccia di novità e intrattenimento, tanto che rapidamente i film diventano sempre più lunghi e accattivanti e nasce un’industria per la produzione di film.
Anche in Italia il cinema diventa subito un’attrazione irresistibile. Questa novità prende immediatamente piede. Già all’inizio dell’anno successivo nel 1896 in Italia si possono vedere i primi film di produzione francese e in tutte le principali città cominciano a nascere le prime sale cinematografiche, luoghi realizzati appositamente per proiettare e vedere film. Pensate che solo nella città di Napoli, nel 1906 c’erano già 27 cinematografi. Napoli è infatti una delle capitali del cinema italiano del passato e del presente, non solo per la diffusione di sale cinematografiche, ma anche per la produzione di film.
Infatti a Napoli, nel 1904 nasce la Titanus, che è ancora oggi una delle più importanti case di produzione cinematografiche d’Europa. Lo spirito napoletano, così esuberante e spontaneamente portato alla creatività, vede nel cinema una forma di espressione che fa subito innamorare i napoletani e non a caso ancora oggi Napoli è uno dei più importanti centri produttivi di cinema e televisione.
L’industria del cinema ha uno sviluppo incredibile nell’Italia del primo Novecento. Attirati dal successo del mezzo e dalla possibilità di facili guadagni, nascono in tutta la penisola decine di case di produzioni cinematografiche, non solo a Napoli, ma naturalmente a Milano, Roma, ma anche Firenze, Pisa e Torino, che agli inizi del Novecento possiamo considerare la più importante città del cinema in Italia.
Torino era una città industriale di grande importanza e con una borghesia imprenditoriale molto attiva. Ricordatevi che la Fiat era torinese e che vide nell’industria cinematografica un buon affare. Non a caso oggi a Torino, nella magnifica Mole Antonelliana, si trova il più bel museo del cinema d’Italia che testimonia la grandezza del cinema torinese nei primi anni del Novecento.
A Napoli invece esisteva una prestigiosa tradizione teatrale con drammaturghi, attori e teatri famosissimi. Dunque a Napoli l’introduzione del cinema viene facilitata da questo background artistico. Le pellicole napoletane prendono ispirazione proprio dalla tradizione teatrale della città e vengono basate su sceneggiature molto melodrammatiche e recitate da attori di grande esperienza teatrale.
Non è un caso che a Napoli nasce anche il fenomeno del divismo, un delirio fanatico nei confronti dei divi del cinema, che non ha niente da invidiare a quello di oggi. Gli attori e le attrici degli inizi del Novecento erano considerate quasi delle divinità. La più famosa diva dell’epoca era Francesca Bertini, nata a Firenze ma cresciuta appunto a Napoli. Era il perfetto prototipo della Femme fatale, della diva istrionica e bizzarra.
La sua recitazione era melodrammatica ed enfatica, uno stile che oggi ci sembra esagerato e innaturale, ma al tempo era apprezzatissimo e la Bertini era amatissima dai suoi fans fino al delirio.
A Torino invece nascono i primi lungometraggi della storia del cinema che, come dice il nome, erano film di lunga durata. Infatti è a Torino che nasce il famosissimo film “Cabiria” del 1914, che è considerato il primo vero film colossal della storia del cinema mondiale. Un film monumentale che dura più di tre ore, girato tra Italia e Africa, con centinaia di attori e comparse, scenografie colossali, effetti speciali incredibili per l’epoca, carrellate e primi piani di grande effetto visivo.
Pensate che costò un milione di lire quando un film normale ne costava cinquantamila. Fu un successo mondiale che portò il cinema italiano all’attenzione del mondo, ispirando soprattutto la cinematografia colossal degli Stati Uniti. Pensate che “Cabiria” è in assoluto il primo film che viene proiettato alla Casa Bianca degli Stati Uniti.
La trama di “Cabiria” narra la vittoria dei romani sui cartaginesi durante le leggendarie guerre puniche. In quegli anni l’Italia stava passando un periodo di grande crescita economica e territoriale, con la conquista di nuove colonie in Africa, e i governi politici dell’epoca promuovono la produzione di film storici basati soprattutto sull’epoca romana o rinascimentale, i periodi di maggior grandezza politica e culturale dell’Italia.
Il cinema diventa dunque una sorta di glorificazione e promozione dell’immagine dell’Italia nel mondo. Questa tradizione dei film storici in costume ambientati nell’antica Roma, chiamati comunemente i film Peplum, è continuata per molti decenni. Basta pensare ai colossal hollywoodiani degli anni sessanta come “Cleopatra” e “Ben-Hur”, che furono realizzati non a Hollywood ma a Roma.
Ma con la prima guerra mondiale e poi la nascita del cinema sonoro, il cinema italiano entra in crisi. Il paese dopo la guerra non ha la forza di recuperare il divario tecnologico, organizzativo ed economico del cinema americano e Hollywood diventa la capitale del cinema mondiale, a spese di quello europeo e italiano.
Ma con l’avvento del fascismo ci sono grossi cambiamenti nel mondo del cinema in Italia. Mussolini capisce che il cinema può essere una potente forma di propaganda politica e per questo incentiva la cinematografia e crea il Centro Sperimentale di Cinematografia, che è ancora oggi una scuola di cinema di grande livello e finanzia la creazione di stabilimenti di produzione cinematografica, come gli studi Tirrenia vicino Pisa, ma soprattutto la creazione a Roma dei mitici studios di Cinecittà, la città del cinema.
Roma diventa così la vera e unica capitale del cinema italiano, in aperta sfida agli studi di Hollywood. Cinecittà è un luogo mitico, è dove vengono girati tutti i film più importanti del cinema italiano degli ultimi decenni ed è ancora oggi un importantissimo centro di produzione sia cinematografico che televisivo.
Ma il cinema fascista è un cinema di propaganda, dove la censura politica è forte e dove si cerca soprattutto di fare intrattenimento, distrarre il pubblico e non farlo pensare alla politica. Si incrementano così i film comici e divertenti. I sudditi del regime fascista devono ridere e divertirsi. Vengono così valorizzati gli attori comici e il genere commedia, e nasce un fenomeno cinematografico tipico italiano, il cinema dei cosiddetti “telefoni bianchi,” ovvero commedie sentimentali leggere e superficiali, girate in ambienti ricchi e borghesi, per far sognare un pubblico popolare.
Si chiama il Cinema dei telefoni bianchi perché il telefono bianco era uno degli status symbol della ricca borghesia fascista.
Ma con la seconda guerra mondiale tutto cambia. Morte, distruzione, povertà, trasformano completamente e irrimediabilmente la società e la sensibilità delle persone. Il cinema di propaganda e di evasione non ha più posto nella società devastata dalla guerra, e anche il cinema diventa qualcosa di completamente diverso.
Così, intorno alla metà degli anni quaranta, nasce il cinema neorealista che diventa uno dei generi cinematografici più famosi e prestigiosi della storia del cinema mondiale. Il Neorealismo, come dice il nome, vuole rappresentare la realtà disperata dell’Italia del dopoguerra, vuole essere testimonianza della distruzione, della disperazione, del coraggio e della povertà della popolazione italiana nel secondo dopoguerra.
Il cinema diventa il documento della tragedia della guerra. I registi Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Roberto Rossellini, ispirandosi a ideali antifascisti, realizzano film di grande coinvolgimento emotivo, proprio perché portano sullo schermo i problemi sociali, la povertà, la disoccupazione della vita quotidiana degli italiani.
In questo modo, gli spettatori si potevano identificare emotivamente con i personaggi e le storie che questi film rappresentavano. La maggior parte di questi film sarà girata da attori non professionisti, rendendo queste pellicole ancora più realistiche e credibili come veri e propri spaccati della vita quotidiana del tempo.
Non pensate però a film tecnicamente scadenti o malfatti, tutt’altro, sono film di grande perizia tecnica e di grande valore estetico e formale. Il Neorealismo crea uno stile e un’estetica che diventa un genere cinematografico copiatissimo all’epoca. Ancora oggi molti registi si ispirano a questo stile per testimoniare la realtà contemporanea.
Una vita dura quella del dopoguerra che però, ad un certo punto, gli italiani vogliono dimenticare ed il cinema italiano cambierà di nuovo la sua missione, ma questa è un’altra storia di cui parleremo la prossima volta.
Se volete vedere qualche film di questa epoca pionieristica del cinema italiano, non vi consiglio le pellicole di cinema muto, piuttosto noiose da vedere per i gusti moderni. Ma se per caso aveste la possibilità di vedere Cabiria, lo trovate su YouTube, guardatelo, è ancora oggi impressionante. E anche il film Assunta Spina, sempre su YouTube, è curioso da vedere per conoscere quello che è stato il più grande successo di Francesca Bertini, la più grande diva del cinema muto italiano.
Per capire cosa fosse il cinema di intrattenimento dell’epoca fascista, quello dei cosiddetti telefoni bianchi, vi consiglio Grandi Magazzini del 1939 con una bellissima Assia Noris. Ma i film più interessanti sono quelli del Neorealismo, partite da quello che è considerato il primo film neorealista della storia, Ossessione, di Luchino Visconti del 1943, con gli straordinari attori Massimo Girotti e Clara Calamai. Poi il capolavoro assoluto del genere, Roma città aperta del 1945, girato subito dopo la fine della guerra da Rossellini con la bravissima e famosissima attrice romana Anna Magnani, che diventa un’icona del cinema neorealista. E poi il film Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, del 1948, che più di ogni altro ci presenta la disperata condizione dell’Italia del dopoguerra.
Tre capolavori che non si possono perdere per capire tutta un’epoca storica. Vi ringrazio di essere stati con me e vi aspetto al prossimo podcast Italia 360° di Europass.